La Giunta del Comune di Vignola, nella seduta del 28 ottobre scorso, ha deliberato di proporre al Consiglio comunale la dismissione della Vignola Patrimonio Srl, la società di capitali costituita nel 2008 e interamente controllata dal Comune, che si occupa della gestione, valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare disponibile del Comune, della gestione delle farmacie comunali e del mercato ortofrutticolo all’ingrosso. All’epoca della sua costituzione le norme rendevano difficoltoso per le Amministrazioni locali effettuare investimenti e molti Comuni si dotarono di società in house con questo scopo. Oggi la situazione è cambiata, anche dal punto di vista normativo, e impone una valutazione sull’opportunità di mantenere in vita questi enti strumentali.
Com’è noto, il percorso ha preso avvio con una decisione della Giunta assunta a maggio di quest’anno che si basava sull’ analisi dei dati del bilancio d’esercizio 2023 e sulle prospettive delineate dal bilancio di previsione 2024/2026 della società. Il bilancio d’esercizio 2023, pur chiudendosi con un risultato positivo, evidenziava un trend in calo dell’utile della società, che nel 2023 è risultato inferiore del 21% rispetto a quello realizzato nel 2022 e dell’8% rispetto a quello del 2020. Analogamente il bilancio di previsione 2024/2026 prefigurava uno scenario caratterizzato da difficoltà per la società, evidenziando ricavi e utili in calo per le farmacie comunali e confermando le perdite per le altre attività (bagno pubblico, mercato ortofrutticolo, affitto della sede della Caserma dei Vigili del Fuoco e del magazzino comunale tra le altre). I due lotti di terreno (circa 17mila metri quadrati in totale) adiacenti al mercato ortofrutticolo di proprietà della Vignola Patrimonio, al momento, non hanno trovato acquirenti, anche a causa del fatto che in parte hanno una destinazione d’uso che privilegia finalità di pubblica utilità. La società è inoltre gravata da un importante debito verso le banche, che risale al periodo della sua costituzione. Quando nacque la Vignola Patrimonio, infatti, acquistò il patrimonio immobiliare dal Comune e lo fece prendendo a prestito i soldi dalle banche mediante l’accensione di un conto corrente ipotecario, trasformato recentemente in un mutuo ipotecario ventennale, il cui valore ammonta ancora a circa 1.250.000 euro, nonostante nel corso degli anni la società ne abbia progressivamente diminuito l’importo. La trasformazione del debito in un mutuo ipotecario può essere considerata un’operazione virtuosa in quanto il ricorso a tale forma di indebitamento ha consentito alla società di scongiurare il pericolo di una richiesta di rientro immediato per l’intera esposizione da parte dell’istituto di credito e di disporre di uno strumento di garanzia quale è il piano di rientro ventennale.
A fronte di questa situazione e tenuto conto di quanto disposto dal “Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica” secondo cui le Amministrazioni pubbliche devono effettuare annualmente un’analisi dell’assetto complessivo delle società di cui detengono partecipazioni predisponendo, ove ricorrano i presupposti, un piano di riassetto per la loro razionalizzazione, la Giunta comunale ha assunto la decisione di affidare a uno studio legale specializzato l’analisi dei profili economici, finanziari e fiscali di un’eventuale dismissione della Vignola Patrimonio. In sostanza, ha ottemperato al dettato normativo che chiede agli amministratori pubblici di adottare una condotta accorta che indichi soluzioni per prevenire potenziali future crisi delle società a partecipazione pubblica, ricomprendendo nell’analisi anche il servizio di gestione delle farmacie comunali che, secondo una recente pronuncia della Corte dei Conti, nonostante la specificità della loro funzione sociale, ricadono comunque pienamente nella necessaria efficienza di gestione.
L’analisi elaborata dai consulenti incaricati è stata consegnata all’Amministrazione a ottobre e conferma la correttezza e l’opportunità del percorso che si vuole intraprendere di dismissione della Vignola Patrimonio.
I consulenti, nello studio predisposto, hanno definito il percorso da seguire per raggiungere l’obiettivo fissato. Iter che deve prendere l’avvio con l’alienazione, tramite avviso d’asta, delle farmacie comunali; successivamente si procederà alla messa in liquidazione della Vignola Patrimonio, con contestuale retrocessione al Comune del servizio di mercato ortofrutticolo. Qualora, concluse queste fasi, non saranno stati venduti i terreni adiacenti al mercato di proprietà della società, è opportuno che siano riacquistati dal Comune, considerato che parte di questi sono destinati a servizi di pubblica utilità. Con il ricavato della vendita delle due farmacie comunali potrà essere estinto il mutuo ipotecario con un risparmio previsto sugli interessi passivi da corrispondere all’Istituto di Credito di circa 700.000 euro.
L’Amministrazione comunale intende garantire nell’ambito della procedura di vendita delle farmacie la continuità occupazionale e i diritti acquisiti nel corso del tempo dai dipendenti (sette farmacisti). Nessuno di loro, insomma, perderà il posto di lavoro.
Ora l’intera procedura dovrà passare al vaglio del Consiglio comunale, prima di avviare i successivi passi.